Antifascisti di nome ma fascisti di fatto

Da dove provengono gli attuali fascismi? E' possibile definirli? Un gruppo di intellettuali espulsi dal Partito Comunista Tedesco degli anni venti del secolo scorso, all’epoca guidati da August Thalheimer,  indicava nel colpo di stato di Luigi Bonaparte una prima forma di conquista del potere con metodi fascisti ossia la disarticolazione dello stato borghese sostituendone la vecchia classe dirigente con un manipolo di sostenitori non sempre preparati alle nuove sfide. Nei successivi studi si è potuto individuare un'evoluzione di questo fenomeno quando il socialismo rivoluzionario del francese Sorel incontrò il nazionalismo a quel tempo imbevuto di antisemitismo. In entrambi i casi gli ingredienti principali per la nascita dei movimenti fascisti sono da ricercare : - 1)  nella preoccupazione della borghesia di perdere i propri privilegi. In questo caso i i rappresentanti del potere costituito lentamente si ritirano dalla cosa pubblica guardandosi attorno nella ricerca di un soggetto, facilmente manipolabile, che possa rimettere ordine magari con la sospensione delle attività degli organismi legittimi dello Stato; 2) la ricerca del consenso popolare nell'operazione appena conclusa da suggellare con elezioni farsa ; 3) nel posizionamento di uomini di fiducia nei gangli vitali del potere magari non all'altezza del compito che devono assolvere purchè fedeli al nuovo sistema. Uno degli aspetti che in questa brevissima analisi metteremo in evidenza è quello del consenso che è l'esatto opposto della partecipazione. La nuova classe dirigente, poco preparata ed insicura, per stabilizzarsi ha la necessità del consenso popolare che, come ben si sa, è facilmente influenzabile e per questo non può tollerate forme di dissenso o più facilmente idee diverse. Mentre in epoche trascorse, gli oppositori si potevano eliminare mandandoli al confino o facendoli sopprimere, ai giorni nostri per eliminare il dissenso si impedisce loro di parlare o di rapportarsi con altri membri della comunità in cui agiscono. Si studiano e si attuano diversi metodi di emarginazione sociale utilizzando degli ingenui collaborazionisti a cui è stato fatto credere di essere i depositari del verbo mentre sono funzionali ad una strategia di occupazione del potere molto logica ed efficace. Ed ecco che trovi queste persone dappertutto in primo luogo nelle assemblee dove, in genere, si posizionano ai due lati delle sala ed al momento opportuno li senti urlare per fare in modo che una sana discussione non si possa portare a termine. Oppure far credere ad altri, ed a se stessi, che una persona che ha un'idea diversa dalla sua è un nemico che deve essere insultato e tacciato di ogni più cupa nefandezza. I nostri padri Costituenti, che avevano patito l'emarginazione sociale, il confino, il carcere, avevano ben compreso che l'antidoto al consenso non democratico è la partecipazione popolare e mortificarla è l'anticamera delle dittature. Le idee fasciste sono come l'acqua che attraversa i terreni carsici le cui crepe sono causate dalla non accettazione della pluralità di idee che sono necessarie, direi indispensabili, in un sistema democratico. Ed ecco che qua e là spunteranno, e stanno già spuntando, delle sorgenti a cui andranno ad abbeverarsi coloro i quali hanno bisogno di semplificatori che dicono tutto ed il contrario di tutto pur di avere il tanto agognato consenso.

            Domenico Catalano, Villa Lagarina

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